Costellazioni d’Impatto
La valutazione dell’impatto sociale di CRISALIS a un anno dalla partenza, sfide e prospettive per l’empowerment femminile nell’impresa sociale
Scritto da: Economics Living Lab
Se ogni progetto in cui ci imbarchiamo è un viaggio per mare, la valutazione d’impatto sociale è paragonabile alla contemplazione del cielo stellato. Il cielo stellato è per un marinaio fonte inesauribile di stupore e meraviglia, certo, ma anche uno strumento che aiuta a localizzare la posizione della nave e a tracciarne la rotta. Così la misurazione d’impatto ci permette di guardarci alle spalle, celebrando quanto è stato realizzato, e di ricalcolare la rotta, in linea con la nostra stella polare.
Proprio per questo già alla partenza di CRISALIS, un viaggio che vuole trasformare traiettorie di vita e metodologie lavorative, avevamo programmato un momento di valutazione d’impatto. L’abbiamo fatto seguendo la convergenza tra due rotte, all’incrocio tra impresa sociale e mondo accademico. L’obiettivo era quello di misurare i cambiamenti maturati nel corso di un progetto nelle colleghe coinvolte nel programma. Al contempo sapevamo che il processo di valutazione ci avrebbe condotte a riflettere su come rinnovare e migliorare pratiche formative e organizzative ancora in fase pilota.
Valeria Valotto, Coordinatrice

Un living lab per CRISALIS
Il progetto di ricerca per la valutazione dell’impatto sociale di CRISALIS è stato coordinato da Economics Living Lab (ELL). Economics Living Lab è uno spin-off dell’Università di Verona nato nel 2017. Il concetto di living lab, introdotto per la prima volta da William Mitchell al Massachusetts Institute of Technology (MIT) Media Lab ha l’obiettivo di verificare e affinare soluzioni complesse in contesti di vita reale e in fase di evoluzione. Lo fa adottando un approccio multidisciplinare all’attività di ricerca, incentrato sull’utente e su ecosistemi aperti, operando in un contesto territoriale multilevel integrando processi d’innovazione e di ricerca in una partnership trasversale tra pubblico e privato, stakeholder istituzionali e del Terzo settore.
Il processo
A inizio progetto sono stati condivisi gli obiettivi progettuali: per trasformare gli outcome e l’impatto in batterie di domande aperte e chiuse, a crocette e a gradiente per misurare gli effetti socio-economici, relazionali e psicosociali dell’inserimento lavorativo di donne vittime di tratta, punto cardine del progetto CRISALIS. Abbiamo deciso di allineare le nostre metodologie con le indicazioni della European Venture Philanthropy Association (EVPA) e del Gruppo di esperti della Commissione europea sull’imprenditoria sociale (GECES).
Il progetto prevede, dal punto di vista operativo, la somministrazione – in due distinte fasi temporali – di un questionario standardizzato alle lavoratrici coinvolte: la prima fase all’avvio di CRISALIS, per misurare una serie di dati all’inizio dell’inserimento lavorativo; la seconda in prossimità della conclusione per misurarne gli effetti.
La prima somministrazione è avvenuta nel periodo 5 giugno-30 luglio 2019. In totale sono stati compilati 8 questionari. La seconda somministrazione è prevista per luglio 2020.
Il questionario ha consentito di raccogliere una serie di variabili strutturali, legate sia alla dimensione socio-demografica sia a quella economica, e di variabili relazionali, connesse alla struttura e alla morfologia delle reti di social support.
La sintesi dei risultati mette in luce una serie di punti di forza, riferendosi a quelle macro-aree in cui le risposte al questionario segnalano mediamente dati positivi o molto positivi, e di criticità delle lavoratrici coinvolte riferibili alle aree caratterizzate da risposte o situazioni potenzialmente problematiche.
Più indipendenti, più bilanciate

Dall’analisi complessiva dei dati abbiamo rilevato quali siano i punti di forza emersi dalla valutazione, questi sottolineano che, in generale, il percorso di inserimento lavorativo ed il raggiungimento di un’indipendenza economica per le donne beneficiarie del progetto è stato positivo ed ha evidenziato come la situazione economica sia migliorata dopo l’ingresso in Quid. Lavorare in Quid è decisamente positivo, sia per quanto riguarda i rapporti con le colleghe ed i colleghi di lavoro ma anche rispetto alla consapevolezza dell’importanza del loro percorso lavorativo e di empowerment. Ha un effetto positivo anche la relazione di supporto e aiuto che le lavoratrici trovano nei loro supervisor, ed è significativo come dopo l’assunzione in Quid la situazione economica sia migliorata ed anche la possibilità di gestire meglio la conciliazione dei tempi vita-lavoro.
Ad oggi, alcune delle donne hanno intrapreso un percorso di autonomia abitativa, indice di come l’impatto positivo generato dall’esperienza lavorativa in Quid possa essere un catalizzatore per la risoluzione della criticità legata all’insufficiente spazio abitativo che molte donne segnalano come insufficiente per le loro esigenze: una parte consistente di loro viveva in un contesto di social housing.
Legami in consolidamento
È importante valutare anche i punti di criticità emersi sul versante socio-relazionale e materiale. Per le donne vittime di tratta, la fiducia interpersonale e la mancanza di un legame familiare presente oppure difficile sono elementi che rimangono critici, nonostante la vicinanza di figure di riferimento preposte all’accompagnamento e la disponibilità del programma di Welfare aziendale. Per queste donne è molto difficile, in caso di bisogno o aiuto, affidarsi alle reti primarie di social support (parenti, amici). Le reti sociali sono molto limitate nel numero di componenti (mediamente 2) e sono caratterizzate dalla dimensione della social closure, ovvero da legami molto forti, esclusivi e autodiretti.
Guardando avanti
La prima valutazione d’impatto ha generato una presa di coscienza ed una riflessione sugli elementi di criticità e ugualmente sulle strategie per mantenere costante il risultato positivo per le donne beneficiarie ottenuto dalla prima rilevazione.
Tra gli obiettivi futuri è presente la volontà di favorire, seppur non in maniera diretta, una condizione di stabilità e fiducia interpersonale sul posto di lavoro che possa in qualche modo generare un effetto spill-over tale da far rifiorire una fiducia verso l’altro anche nelle relazioni interpersonali esterne all’ambiente lavorativo. In questa direzione, obiettivo futuro è inoltre quello di ripensare e perfezionare la comunicazione delle aspettative e delle richieste sul posto di lavoro, con strumenti e formazione più efficaci e chiari mirati al benessere delle lavoratrici ed al potenziamento della loro consapevolezza personale e delle loro competenze acquisite.
Photo credits: Sylvia Kouveli
Per avere maggiori informazioni su Economics Living Lab, ecco il link al loro sito web: http://www.econlivlab.eu/